

Il cambiamento climatico sta accelerando a un ritmo preoccupante, con proiezioni che indicano un aumento della temperatura media globale di 2,7 °C entro la fine del secolo, molto al di sopra dell'obiettivo fissato dall'Accordo di Parigi. Le crescenti pressioni per ridurre le emissioni di gas serra hanno portato sia il settore pubblico che quello privato a cercare soluzioni più efficaci e ad adottare impegni più ambiziosi in materia di clima. Sebbene molte aziende ricorrano al carbon offsetting per raggiungere la neutralità, questa opzione non è sempre sufficiente, soprattutto in settori difficili da decarbonizzare come l'agricoltura. In questo contesto, il carbon insetting sta emergendo come un'alternativa in continua evoluzione, che propone una più profonda integrazione delle pratiche sostenibili nelle catene del valore delle aziende. Questo approccio mira non solo a mitigare le emissioni, ma anche a promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, creando valore per le aziende, gli agricoltori e le comunità locali. In quanto tale, questo meccanismo può diventare un punto di riferimento per i settori che cercano di muoversi verso la sostenibilità investendo in ecosistemi sani e promuovendo la decarbonizzazione all'interno della loro catena del valore.
Ma cosa si intende per carbon insetting? L'International Platform for Insetting (IPI) descrive i progetti di carbon insetting come “interventi lungo la catena del valore di un'azienda pensati per ridurre le emissioni di gas serra e sequestrare carbonio, creando al contempo impatti positivi per le comunità, i paesaggi e gli ecosistemi”.
In generale, il carbon insetting è una strategia che consente alle aziende di ridurre le loro emissioni all'interno della propria filiera attraverso soluzioni basate sulla natura come la riforestazione, l'agroforestazione, le energie rinnovabili e l'agricoltura rigenerativa. A differenza del carbon offsetting, che si concentra maggiormente su progetti esterni, l'insetting punta a ridurre le emissioni e aumentare il sequestro di carbonio direttamente all'interno della filiera, intervenendo sulle emissioni di Scope 3 (cioè quelle con il maggiore impatto sull'impronta di carbonio). Oltre a mitigare il cambiamento climatico, i progetti di carbon insetting hanno ricadute positive sulle comunità locali, gli ecosistemi e i paesaggi collegati alla catena del valore dell'azienda. Queste azioni, implementate nelle aziende agricole, nelle comunità o nei paesaggi circostanti, non solo aiutano le aziende a raggiungere i loro obiettivi climatici, ma rafforzano anche la resilienza dei loro modelli di business migliorando la sostenibilità e la qualità delle risorse naturali nella loro catena di approvvigionamento.

Il carbon offsetting si basa sulla compensazione degli impatti sul clima attraverso il finanziamento di progetti esterni non correlati alla catena del valore dell'azienda, generando crediti di carbonio che devono essere verificati da terzi. Questo approccio consente di raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio attraverso l'acquisto di crediti di carbonio, ma presenta dei limiti, come il doppio conteggio o la mancanza di addizionalità quando i progetti non generano una reale riduzione delle emissioni o erano già stati pianificati. Pur fornendo una soluzione relativamente rapida, il carbon offsetting non agisce direttamente sulle emissioni generate dalle attività dell'azienda.
Dal canto suo, il carbon insetting punta a ridurre le emissioni nella filiera dell'azienda implementando soluzioni basate sulla natura, come l'agroforestazione, l'agricoltura rigenerativa e il rimboschimento. A differenza del carbon offsetting, l'insetting permette alle aziende di controllare direttamente l'impatto delle loro azioni, riducendo le emissioni in modo più sostenibile e generando benefici aggiuntivi per le comunità locali e gli ecosistemi. Questo approccio non si concentra solo sul sequestro del carbonio, ma promuove anche la resilienza a lungo termine, allineando le pratiche agricole agli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione. Nel settore agricolo, l'insetting rappresenta una strategia più completa, che trasforma le pratiche agricole e rafforza la filiera contro il cambiamento climatico.
Lo sviluppo di un processo di carbon insetting comporta diversi passaggi chiave volti a ridurre le emissioni all'interno della filiera. Uno di questi è l'identificazione e l'implementazione di attività di mitigazione, che possono includere la riduzione delle emissioni o l'aumento del sequestro del carbonio attraverso pratiche come l'agricoltura rigenerativa, che devono essere monitorate su base continuativa. I progetti di agricoltura rigenerativa non mirano solo a ridurre le emissioni di gas serra, ma anche a migliorare la salute del suolo (cosa che ha un impatto positivo sulle colture e sulla produzione stessa) e a fornire altri benefici ambientali, soddisfacendo così il requisito di addizionalità.
In conclusione, i progetti di carbon insetting in agricoltura rappresentano una grande opportunità sia per le aziende che per l'ambiente. Concentrandosi sulla riduzione e il sequestro del carbonio all'interno della catena del valore, le aziende non solo affrontano direttamente una parte significativa delle loro emissioni Scope 3 (che sono spesso le più difficili da gestire), ma consolidano i rapporti con i fornitori e aumentano la resilienza della loro catena di fornitura. Inoltre, queste iniziative promuovono la sostenibilità grazie all'integrazione di pratiche agricole rigenerative che riducono le emissioni di gas serra, migliorano la salute del suolo e preservano le risorse naturali. A lungo termine, i benefici vanno oltre oltre l'ambiente e creano impatti positivi a livello sociale, sostenendo le comunità agricole e promuovendo nuove opportunità economiche. Ciò offre alle aziende un vantaggio competitivo, perché migliora la gestione del territorio e la conservazione delle risorse naturali, aumenta la produttività e garantisce la stabilità della filiera a lungo termine.
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