8/7/2024

Sami Yacoubi, cofondatore e COO di SpaceSense: L'AI geospaziale offre possibilità senza precedenti per monitorare l'intera filiera

Valentina Dalla Villa
Communication & Event Specialist

Prima di tutto, Sami, parlaci un po' di te.

Mi chiamo Sami Yacoubi e sono francese. Sono laureato in Computer Science and Engineering e ho sempre trovato l'innovazione estremamente affascinante. Ho lavorato per due anni e mezzo alla SNCF, la società ferroviaria nazionale francese, guidando il loro acceleratore di startup e lavorando nell'innovation management per risolvere una vasta gamma di problemi, uno dei quali era la gestione della vegetazione. Infatti ho imparato molto sull'agricoltura lì.

Come sei arrivato a co-fondare SpaceSense?

Mentre lavoravo alla SNCF ho frequentato un Master in Imprenditorialità presso l'HCE di Parigi. Mi ero appassionato allo spazio, e nell'estate del 2019 ho incontrato Jyotsna a un evento dell'Agenzia spaziale europea. Mi ha detto cosa aveva in mente e così abbiamo deciso di lavorare insieme e di lanciare SpaceSense. Poi siamo stati accettati in un incubatore del Polytechnique, un'eccellente scuola di ingegneria in Francia, e abbiamo ottenuto dei fondi per avviare concretamente l'azienda.

E quali sono stati i passaggi chiave nelle prime fasi di SpaceSense?

Eravamo sicuri che l'intelligenza artificiale geospaziale potesse essere estremamente utile per molte persone, non solo in agricoltura ma in tutti i settori. Tuttavia, a causa della loro complessità, solo poche aziende potevano permettersi di accedere e utilizzare i dati, quindi con SpaceSense volevamo creare un software che rendesse tutto più semplice. Abbiamo iniziato a sviluppare prodotti per l'agricoltura, ed è così che abbiamo incontrato xFarm Technologies, uno dei nostri primi clienti. E poi siamo riusciti a raccogliere € 1,5 milioni da alcuni VC e business angel, il che ci ha permesso di assumere il team che abbiamo oggi e di sviluppare i nostri prodotti.

Potresti parlarci un po' dell'IA geospaziale? Di cosa si tratta esattamente?

Cominciamo dalla parte geospaziale: è la scienza che si occupa di raccogliere dati da informazioni georeferenziate, cioè da informazioni che possono essere localizzate da qualche parte su una mappa. Quindi, significa estrarre dati da immagini satellitari e informazioni georeferenziate, e questo esiste da tempo. La parte dell'IA è un po' più recente; prima ogni immagine doveva essere monitorata manualmente da qualcuno che cercava di identificare determinati elementi o di eseguire uno script e così via, ma questo richiedeva moltissimo tempo. Con l'intelligenza artificiale è possibile farlo in modo scalabile, perché l'IA consente di automatizzare e replicare l'osservazione che altrimenti si dovrebbe fare manualmente.

Ora che SpaceSense è stata integrata in xFarm Technologies, state lavorando alla creazione di una nuova divisione incentrata sull'IA geospaziale. Quali sono le sfide principali a tuo parere, e su cosa vi concentrerete?

Il mercato delle immagini satellitari per l'agricoltura al momento è piuttosto difficile: perché le immagini satellitari e l'IA siano davvero efficaci c'è bisogno di molti dati per addestrare i modelli. Questo vale per l'IA in qualsiasi settore, ma è particolarmente vero in agricoltura, perché ci sono così tante differenze in termini di clima, colture e terreni. Ora, xFarm Technologies ha centinaia di migliaia di agricoltori che inseriscono informazioni nell'app, quindi abbiamo accesso a una quantità di dati che quasi nessun'altra azienda al mondo (o forse nessun'altra azienda al mondo) ha. È una grande opportunità e credo che saremo in grado di costruire modelli più accurati rispetto alla concorrenza. Ovviamente le sfide sono tante. Come ho detto, ci sono molte differenze in termini di clima, terreni e colture, quindi non ci sarà un'unica soluzione per ogni Paese o regione del mondo; dobbiamo trovare un modo per adattare facilmente le nostre soluzioni ai diversi contesti in cui le persone ne hanno bisogno.

Una delle aree su cui lavorerai molto è quella dell'MRV, giusto?

Sì, l'MRV, acronimo di Monitoring, Reporting, Verification, è molto importante. L'idea è che grazie alle immagini satellitari gli stakeholder possono monitorare ciò che sta accadendo in un determinato luogo e assicurarsi che qualcosa che è stato dichiarato sia stato effettivamente fatto. L'MRV è quindi un ottimo strumento per introdurre molte pratiche ambientali che prima non erano possibili, soprattutto per quanto riguarda il mercato del carbonio. Affinché questa tecnologia funzioni davvero, deve esserci un buon modo per garantire la responsabilità, per assicurarsi che ciò che viene dichiarato venga effettivamente fatto. Ebbene, con i satelliti possiamo fare questa verifica su una scala molto ampia, su scala globale, a costi molto bassi. E con xFarm Technologies abbiamo così tanti dati che sono fiducioso che in 3 o 4 anni avremo un eccellente sistema MRV.

In che modo i dati satellitari possono aiutare le aziende agroalimentari a gestire il monitoraggio della sostenibilità?

Monitorando ciò che accade in campo a un livello più ravvicinato, le aziende agroalimentari possono capire esattamente quali pratiche vengono attuate e associarle a una stima del carbonio che viene immagazzinato o rilasciato nell'atmosfera. Questo permette un livello di controllo e di dettaglio che prima era impossibile avere. Esistono anche satelliti che monitorano i gas serra utilizzando sensori atmosferici che rilevano la presenza di determinati gas.

Un altro tema molto attuale è il regolamento dell'UE sulla deforestazione, che presto entrerà in vigore. Diverse aziende agroalimentari stanno cercando di capire come muoversi a riguardo: come possiamo aiutarle?

Il bello delle immagini satellitari è che ci sono dati che risalgono almeno agli anni Novanta. Ciò significa che disponiamo di informazioni storiche, imparziali, e quindi possiamo controllare ogni singolo campo della filiera e vedere com'è ora e com'è stato negli ultimi anni, ovviamente grazie a degli algoritmi che elaborano questi dati. Così, per esempio, possiamo dimostrare se certi prodotti provengono da un campo che ha subito deforestazione negli ultimi tre o cinque anni. Naturalmente, questo è un ottimo modo per le aziende agroalimentari di verificare la loro filiera attuale, ma anche per testare i possibili nuovi fornitori ed essere sicuri che siano all'altezza degli standard che cercano.

Qual è un progetto di cui sei particolarmente orgoglioso?

Direi quello che abbiamo iniziato quando abbiamo avviato la collaborazione con xFarm Technologies, per fornire agli agricoltori informazioni affidabili in modo che possano sapere cosa succede nei loro campi e controllare la salute delle loro colture, e semplificare un po' la loro vita. Credo che attualmente analizziamo circa 50 milioni di ettari ogni mese per circa mezzo milione di agricoltori in Europa: quando viaggio in treno e vedo le campi coltivati intorno a me, è fantastico sapere che forse stiamo dando un piccolo contributo ad alcuni di quei campi.

Come immagini xFarm Technologies tra cinque anni?

Spero che saremo il principale sistema di gestione aziendale, lo strumento digitale per l'agricoltura numero 1 al mondo. Credo davvero che quello che facciamo sia positivo, anche per l'ambiente, e che debba essere portato avanti. Abbiamo gli strumenti giusti, la mentalità giusta, il team giusto per farlo e spero che tra qualche anno la maggior parte degli agricoltori del mondo utilizzerà l'app xFarm per semplificare il lavoro e migliorare la propria vita.

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