17/6/2025

André Cantarelli, CEO di Checkplant: «gli agricoltori devono affrontare molte sfide in Brasile e la nostra mission è appoggiarli. L'integrazione con xFarm Technologies è una buona notizia anche per loro».

Valentina Dalla Villa
Communication & Event Specialist

Prima di tutto, André, parlaci un po' di te.

Sono originario di Pelotas, nello Stato di Rio Grande do Sul. All'università ho studiato Informatica e poi ho conseguito un master nella stessa disciplina. Una volta terminato il master, ho iniziato a lavorare ad alcuni progetti che, nel 2003, mi hanno portato a fondare Checkplant.

In che modo si è evoluta l'agricoltura brasiliana negli ultimi vent'anni?

Ha subito un'evoluzione significativa grazie alla presenza in Brasile di numerosi centri di ricerca specializzati che sviluppano e condividono nuove tecniche di produzione. Anche altri settori, ad esempio quello delle sementi, dei prodotti chimici, dei macchinari, ecc. sono cresciuti molto. Quindi negli ultimi vent'anni, gli agricoltori brasiliani sono riusciti ad aumentare la loro produttività per ettaro grazie all'uso di nuove tecniche agronomiche, macchinari, tecnologie genetiche e biologiche. Il tutto nonostante le sfide non manchino: a differenza di quanto accade in altri paesi, ad esempio, gli agricoltori brasiliani devono rispettare normative molto severe in materia forestale, ambientale e di sostenibilità in generale.

Puoi raccontarci la storia di Checkplant?

Ho fondato Checkplant nel 2003 insieme a un altro socio, anch'egli specializzato nello sviluppo di software. All'epoca, la sfida consisteva nel creare un software per registrare le attività nei campi e dimostrare che determinate buone pratiche agricole producevano risultati migliori. Dato che eravamo in contatto con vari ricercatori in agronomia abbiamo iniziato a collaborare con loro ad alcuni progetti di ricerca. L'anno successivo, dei viticoltori del nord-est del Brasile ci hanno contattato perché volevano un software per gestire la loro attività, un'azienda molto grande e avanzata. Così abbiamo iniziato a sviluppare un software per loro, anche se la nostra intenzione era sempre quella di creare un prodotto che potesse servire a più agricoltori contemporaneamente. È così che abbiamo sviluppato il nostro software Caderno de Campo, che forniamo ancora oggi e che copre tutte le fasi della produzione frutticola: dalla pianificazione del numero di persone necessarie per svolgere tutte le attività di ogni settimana dell'anno (irrigazione, input, ecc.) fino al raccolto. Inoltre abbiamo sviluppato un software di tracciabilità che oggi si chiama Checktracking e che possiamo configurare in base alle esigenze di ogni cliente.

E come è nata Farmbox?

Tra il 2010 e il 2011 ci siamo messi al lavoro per sviluppare una piattaforma specifica per le coltivazioni di cotone e soia, e l'abbiamo chiamata Farmbox. Nel 2012 avevamo già messo a punto un primo prodotto e ottenuto dei clienti importanti. Nei tre anni successivi siamo arrivati a coprire circa 200.000 ettari, che non è poco, ma considerando le dimensioni delle aziende agricole qui in Brasile, si trattava di 15-20 clienti. Poi c'è stato un cambiamento importante perché, mentre fino ad allora avevamo mandato avanti l'azienda solo con il fatturato, nel 2015 abbiamo cercato degli investitori.

E li avete trovati?

Sì, nel marzo 2016 abbiamo ottenuto il primo finanziamento da un investitore e siamo riusciti a migliorare i processi commerciali di implementazione del software. Non è stato facile perché fornire un software sembra un compito semplice, ma qui è assai difficile: il Brasile è molto grande ed è come se ogni regione fosse un paese europeo, con le sue peculiarità. Ci sono esigenze diverse a causa della varietà di climi e terreni, ad esempio, ci sono modi diversi di parlare e comportarsi, ci sono persino fusi orari diversi. Ma, nonostante tutto, siamo passati da 200.000 ettari nel 2016 a quasi 2 milioni nel 2019. Nel frattempo c'è stato un altro cambiamento importante: il primo socio con cui avevo fondato Checkplant ha deciso di lasciare l'azienda nel 2018. Abbiamo continuato a sviluppare e migliorare il prodotto, concentrandoci in particolare su Farmbox, e siamo arrivati al 2024 con oltre 4 milioni di ettari coperti dalla nostra piattaforma. Tuttavia sapevamo che il mercato era in continua evoluzione e che era necessario creare delle sinergie per ampliare la nostra offerta. È stato allora che sono entrato in contatto con xFarm Technologies.

Quali sono i valori di Checkplant?

La nostra mission è portare la tecnologia agli agricoltori affinché le loro aziende siano più produttive e sostenibili. Per noi è molto importante stare al fianco dei nostri clienti, delle persone che lavorano nelle aziende agricole, per contribuire a rendere il loro lavoro un po' più semplice e a produrre di più.

Quali sono i punti di forza della vostra tecnologia?

La nostra tecnologia è stata sviluppata appositamente per funzionare su dispositivi mobili senza connessione a Internet. Perché è questa la realtà del Brasile: le distanze sono enormi e i territori molto estesi, e per quanto la copertura sia buona credo che non sarà mai sufficiente. Il fatto di aver sempre lavorato a stretto contatto con gli agricoltori per comprendere le loro esigenze reali, unitamente alla nostra capacità di combinare un buon design e un'ottima esperienza utente, ci ha permesso di sviluppare un software molto apprezzato perché è davvero utile perle aziende agricole. Anche il processo di vendita e implementazione è incentrato sulle persone. Creiamo un rapporto con i nostri clienti e i loro collaboratori affinché ci percepiscano come un partner. Tutto ciò ci consente di fidelizzare i clienti e continuare a espandere l'area coperta da Farmbox, nonostante la concorrenza dei software sviluppati dalle grandi multinazionali.

Come CEO di Checkplant, cosa ti rende più orgoglioso?

La fiducia che i nostri clienti ripongono in noi. Ci considerano degli sviluppatori di software di qualità su cui possono contare sui quali hanno grandi aspettative. Lo stesso vale per i nostri collaboratori: hanno molta fiducia in noi e questo mi rende orgoglioso.

Quali sono le regioni del Brasile in cui Checkplant è più presente e radicata?

Siamo attivi in quasi tutte le regioni, ma direi che abbiamo una presenza maggiore in Mato Grosso, Bahia, Goiás, MatoGrosso do Sul e Tocantins.

Com'è percepita la digitalizzazione dagli agricoltori brasiliani?

Ci sono molti tipi di agricoltore. Quelli con cui ci interfacciamo di più praticano coltivazioni su larga scala, come la soia, il cotone e il mais, o si dedicano alla frutticoltura nel nord-est. Questi ultimi considerano la digitalizzazione un valido strumento per risolverei problemi già da alcuni anni. In generale, all'inizio c'è un po' di riluttanza ma una volta che adottano la tecnologia gli agricoltori vogliono che funzioni perfettamente in ogni ambito, e sono molto esigenti. Questa è la sfida per noi:i nostri clienti non si accontentano di installare un software, una stazione meteorologica, svolgere alcune attività e avere la mappa della loro azienda agricola. No, vogliono che tutto funzioni nei minimi dettagli.

Che impatto sta avendo la crisi climatica in Brasile?

La crisi climatica sta provocando molti cambiamenti, ad esempio nelle precipitazioni e nei raccolti: un anno va bene e quello successivo va male, e talvolta la produzione risente delle condizioni climatiche. Allo stesso tempo, gli agricoltori brasiliani sono assai consapevoli dell'importanza della conservazione, sia perché lo esige la normativa, sia perché loro stessi la considerano cruciale. In fin dei conti, la terra per loro è fondamentale.

E come può la digitalizzazione aiutare l'agricoltura brasiliana a diventare più resiliente?

La digitalizzazione può aiutare a prevenire i problemi legati alla perdita dei raccolti. Gli agricoltori possono pianificare meglio, strutturare le loro attività, anticipare i cambiamenti meteorologici e riorientarsi per evitare perdite e trovare opportunità per produrre di più. Un altro aspetto in cui la digitalizzazione può aiutare è la sostenibilità, perché permette agli agricoltori di garantire trasparenza sulle loro buone pratiche ai propri clienti, ossia le aziende dell'agrifood e i grandi acquirenti. Ciò può generare una visibilità positiva sulle buone pratiche agricole e la loro evoluzione perché, per quanto gli agricoltori brasiliani rispettino le norme e riescano a superare tutte le sfide, c’è sempre margine di miglioramento. Ad esempio con la possibilità di misurare il risparmio in emissioni di CO2 e, soprattutto, di dimostrarlo al mercato. Col tempo poter dimostrare che si ricorre a pratiche positive per la sostenibilità ambientale può anche tradursi in un aumento dei guadagni.

Perché l'integrazione di Checkplant con xFarm Technologies è una buona notizia per l'agricoltura brasiliana?

Credo che xFarm Technologies possa contribuire a dare visibilità alle buone pratiche degli agricoltori brasiliani. Ad esempio grazie al buon rapporto che ha con le aziende agrifood, di cui conosce bene le esigenze, e alla capacità di generare dati e informazioni che permettono a queste aziende di avere una visione complessiva della loro filiera. Era proprio questo uno degli aspetti che cercavo quando ho incontrato xFarm Technologies. Da parte sua, xFarm Technologies ha trovato in noi un partner che dispone di un gran numero di ettari, di un'ampia diffusione e di una profonda conoscenza del funzionamento delle aziende agricole. Credo che la nostra integrazione sia molto positiva per gli agricoltori brasiliani, perché continueranno a poter contare su un partner tecnologico, ora composto da due aziende di software nate apposta per aiutare gli agricoltori. Potranno continuare a lavorare con questo partner per incrementare la digitalizzazione, migliorare i processi e i controlli interni delle loro aziende e sfruttare parte di queste informazioni per produrre dei buoni report e dimostrare ai propri clienti le buone pratiche che applicano.

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