28/5/2025

Flavio Cozzoli, Chief Digital Officer di xFarm Technologies: «Dati, IA e tecnologie geospaziali. L’agricoltura di domani è già qui»

Valentina Dalla Villa
Communication & Event Specialist

Flavio, qual è stato il percorso accademico e professionale che ti ha condotto a xFarm Technologies?

Il mio non è un percorso estremamente lineare: ho una formazione da economista e la mia carriera è iniziata nella consulenza strategica; poi sono approdato al mondo delle corporate in ambito agricolo, nel quale ho investito buona parte del mio tempo e delle mie energie professionali.

Mi sono dedicato a progetti di grande trasformazione digitale: tra questi la produzione e la costruzione da zero di un applicativo gestionale per le farms, che poi è stato lanciato in tutta Europa. Nel 2018, ho anche fondato una food tech company con lo scopo di democratizzare l’accesso alle tecnologie digitali per i piccoli produttori di prodotti regionali. Questo background, che spazia dal large corporate alle startup, mi ha fornito molti elementi utili per avvicinarmi con più agilità al mondo di xFarm Technologies, che propone appunto una soluzione di sistemi all in one per digitalizzare filiere e aziende agricole.

A tuo parere, come impatterà l’Intelligenza Artificiale sull’agricoltura?

Voglio fare una premessa. L’agricoltura è un sistema complesso, composto da una pluralità di informazioni connesse e da moltissime variabili. Gran parte delle decisioni prese dagli agricoltori sono basate su un ecosistema di variabili non controllabili, come il meteo e le malattie. Nel tempo si sono sviluppati dei modelli che ci aiutano a semplificare la realtà dei dati e ad arrivare a delle raccomandazioni per gli agricoltori, ma l’IA è uno strumento molto potente per scalare, e rendere ancora più efficace la gestione di questo universo di dati e generare delle raccomandazioni più semplici. È questo il vero valore aggiunto dell’IA in agricoltura: la capacità di raccogliere i dati, processarli, identificare dei pattern risolutivi e dei modelli, e tradurre il tutto in raccomandazioni.  

Il dato è alla base di tutto però.

Certo. Processare i dati significa innanzitutto acquisirli, ed è proprio questa la missione di xFarm Technologies. Si considerino le tecnologie che adottiamo: ad esempio i sensing devices, cioè tutti quei sensori che mettiamo nei campi per raccogliere dati iper-locali, le immagini satellitari, che ci permettono di cogliere altri aspetti cruciali della realtà, le connessioni con i macchinari, ecc.

La piattaforma xFarm, per inciso, è connessa con più di 80 produttori di macchinari!

Esatto. Ecco, il flusso di dati in ingresso, generato da tutte le tecnologie che ho menzionato, rappresenta un altro layer di informazioni che dobbiamo raccogliere. A ciò aggiungiamo le informazioni derivanti dagli agricoltori, e tanto altro. Questo rappresenta il punto di partenza per poter poi adottare dei modelli agronomici e tecnologie di IA che aiutino a fondere questi dati in una raccomandazione, cioè a sintetizzarli in un modello.

Oltre all’IA, secondo te quali sono le tecnologie più promettenti per lo sviluppo di un Farm Management Information System sempre più efficace, in grado di semplificare concretamente la vita di chi sta in campo?

A mio avviso ci sono tre aspetti in particolare da considerare. Il primo è l’interoperabilità di macchinari e sistemi, in modo da collegare la piattaforma a questo network e raccogliere quante più informazioni utili per formulare raccomandazioni predittive e prescrittive da proporre agli agricoltori. In fondo è proprio questo il cuore di xFarm. Il secondo aspetto è offrire una soluzione all in one: l’agricoltore non vuole interfacciarsi con una pluralità di applicazioni, ha altro da fare. Dobbiamo coprire l’intero ciclo di vita del campo. Partendo dalla raccolta di dati per la semina supportiamo l’agricoltore in tutte le attività dell’anno: dal monitoraggio sino alla copertura assicurativa, passando per la prescrizione di mappe per la riduzione dell’impatto degli input, così da ottenere una maggiore sostenibilità.

Il terzo aspetto qual è?  

Lo stiamo ancora valutando. È la Generative AI, che passa attraverso il Natural Language Processing e inerisce la modalità con cui l’agricoltore si interfaccia a un sistema per poter ottenere una raccomandazione. Potrebbe essere una frontiera per collegare le singole raccomandazioni, già basate su IA, in una forma e in una relazione uomo-macchina del tutto diversa, molto più intuitiva e diretta.  

La digitalizzazione cosa rappresenta per le aziende agricole? E per le filiere?

Dipende. Per quanto riguarda gli agricoltori, sicuramente le tecnologie digitali devono essere parte della soluzione, cioè aiutarli a risolvere i problemi con cui si devono confrontare ogni giorno: riduzione delle superfici coltivabili, impoverimento dei suoli, cambiamento climatico ecc. E poi la popolazione mondiale sta aumentando e nel giro di una trentina d’anni dovremo produrre circa il 70% in più per ettaro. Quindi la digitalizzazione può aiutare le aziende agricole a ottimizzare le risorse per aumentare la produttività e, allo stesso tempo, la sostenibilità, perché le soluzioni che il digitale può offrire servono a ottimizzare l’uso degli input, quindi ridurli, e ad aumentare gli output.

E per quanto riguarda le filiere?

Le filiere rappresentano network di player che dalla digitalizzazione possono trarre grandi benefici in fatto di maggiore trasparenza dei processi, tracciabilità, e anche efficienza logistica. Questo ha degli impatti in termini di sostenibilità incredibili, se partiamo dai dati, e in generale un impatto significativo su ambiente e strategie decisionali.

In Italia, in Spagna, e un po' in generale in Europa, le aziende agricole hanno dimensioni ridotte rispetto alle grandi realtà in Nordamerica, in Brasile o in Cile. Si può digitalizzare con la stessa efficacia una realtà agricola piccola rispetto a una più grande?

Bellissima domanda. Sì, si può fare. Al momento i dati ci forniscono uno scenario dalle grandissime potenzialità: fra l'85 e il 90% delle aziende agricole europee ha meno di dieci ettari, mentre in Nord e Sud America le migliaia di ettari sono quasi la norma. Aggiungo che nel nostro continente il 60-70% degli agricoltori ha più di 55 anni. Ma noi diciamo sempre che la digitalizzazione è un fenomeno imprescindibile e indispensabile, e che vedrà un’accelerazione nei prossimi anni. Qui in Europa le aziende agricole si stanno fondendo, ciò significa che si ingrandiranno.  E presto una nuova generazione prenderà in mano la gestione delle farms: ciò genererà un trend di digitalizzazione ancora più forte e marcato. Quindi la digitalizzazione non soltanto è sempre possibile, ma è un fenomeno già in atto nel nostro continente. Ovvio, è necessaria formazione, bisogna investire tanto in misure che sostengano l’adozione degli strumenti digitali.

I dati sono centrali per xFarm Technologies. Ma quanto è importante la qualità dei dati?  

Direi che è fondamentale. Ciascun dato è il minimal brick, il mattoncino di base per poter generare qualsiasi tipo di raccomandazione. Per assicurarci che ogni dato raccolto possa essere funzionale alla raccomandazione abbiamo dei processi che ci permettono di raccoglierli e pulirli, eliminando le parti ridondanti. Oltre alla qualità c’è la scalabilità: come facciamo ad assicurarci che i dati possano essere gestiti in modo potente e performante? Questo aspetto è legato al cloud. Abbiamo delle soluzioni che ci consentono una data privacy di un certo tipo, una sicurezza in termini di cybersecurity e scalabilità tale per cui possiamo processare grandissimi volumi di dati in maniera estremamente veloce.

Quindi la qualità del dato, combinata con l’accessibilità dello stesso anche in termini di produzione, permette di generare raccomandazioni per gli agricoltori all’altezza delle loro necessità quotidiane?

Esatto.

Lo spazio è sempre più strategico per xFarm Technologies. Qual è il ruolo dei dati geospaziali?

Il satellite è una tecnologia che ci permette di scalare, cioè di implementare un modello o una soluzione rendendoli accessibili a una platea sempre più ampia. Eccetto in situazioni di cloud coverage, permette di leggere quello che sta avvenendo in termini di stress delle colture, oppure di identificare rapidamente delle situazioni in cui un intervento tempestivo e mirato potrebbe rivelarsi risolutivo, e così via. Inoltre, i satelliti ci permettono di supportare i cosiddetti modelli MRV, cioè di Monitoraggio, Reporting e Verifica, che sono alla base di tutte le pratiche di agricoltura rigenerativa e protezione del suolo.  

Su cosa vi state focalizzando ora tu e il tuo team?

Ormai xFarm Technologies è una realtà globale, come dimostra la recente integrazione con l’azienda brasiliana Checkplant. Abbiamo la possibilità di esportare i nostri modelli e le nostre soluzioni in tutto il mondo. Quindi dobbiamo far sì che il nostro prodotto sia localizzato, cioè reso conforme a quelle che sono le normative, le procedure, ma anche il tipo di esperienza che gli utenti delle aree citate si aspettano. La sostenibilità è estremamente importante. Stiamo sviluppando, sia a livello di farm che di filiera, soluzioni che permettano l’analisi di tutto ciò che riguarda le emissioni e l’impatto ambientale. Infine, c’è l’insurtech. Riteniamo che sia cruciale offrire agli agricoltori delle soluzioni semplici ma potenti per la copertura di fenomeni che si possono verificare e che possano impattare sulla resa finale, elemento cruciale per loro.

E per digitalizzare le filiere in una logica di sostenibilità?

Per operare a livello di filiera è necessario disporre di dati condivisi. Le scope 3 emissions costituiscono forse l’80-90% delle emissioni – che sono normate in ambito UE – e rappresentano gli impatti che derivano dalla scelta dei propri fornitori, dall’integrazione a monte e a valle di ciò che fa ogni azienda. Quindi ciò che conta è l’implementazione di sistemi che, a livello di filiera, permettano di tracciare quel che ogni singolo elemento della catena apporta all’insieme. Questa visione è la base per prendere delle decisioni che orientino le scelte della filiera stessa in chiave di sostenibilità.

 

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