23/11/2023

Come si fa Ricerca e Sviluppo in una Tech Company?

Valentina Dalla Villa
Communication & Event Specialist

Lo chiediamo ad Alessandro Bucciarelli, ingegnere delle telecomunicazioni prestato all’agricoltura, leader del team Agronomic Product & R&D in xFarm Technologies.

Alessandro, come sei arrivato in xFarm?

Mi sono formato come ingegnere delle telecomunicazioni. Durante la magistrale effettuavo consulenze in ambito cybersecurity. Poi, nel 2017, sono stato tra i fondatori di Farm Technologies, una startup focalizzata sulla gestione della risorsa irrigua in ambito agricolo. Il nostro obiettivo era aiutare gli agricoltori a decidere come e quando irrigare attraverso il nostro prodotto Idroplan. Come Farm Technologies collaboravamo con xFarm e conoscevamo i fondatori. Insieme ci siamo resi conto di essere complementari, e per diventare più attrattivi nei confronti di potenziali investitori abbiamo deciso di unire le forze e fonderci in xFarm Technologies. Così, assieme al team Agronomic Product, ho continuato ad occuparmi di ricerca e sviluppo di prodotti tecnologici e digitali in ambito agronomico in xFarm Technologies.

C’è da dire che all’inizio del mio percorso professionale l’agricoltura era per un settore relativamente distante dalla mia formazione. Ad oggi, lavorando da anni nell’ambito, mi sento a casa.

Cosa intendi con ricerca e sviluppo in ambito agritech?

Fare ricerca e sviluppo in una Tech Company focalizzata sull’agricoltura significa lavorare nell’intersezione tra parte tecnologica e parte agronomica. Nonostante il focus sia l’agricoltura, gli strumenti sono digitali. Quindi c’è una forte componente di sviluppo tecnologico a livello di programmazione e coding, che però deve andare a braccetto con la parte agronomica.  

Individuati i requisiti tecnologici, con gli agronomi si testa il prodotto per vedere se effettivamente risponde alle necessità dell’utente finale. Succede quindi spesso di andare a testare i prodotti direttamente in campo.

Un aspetto del tuo lavoro che apprezzi particolarmente?

È evidente che con xFarm Technologies stiamo varcando i confini dell’agricoltura digitale, in Italia e all’estero, siglando partnership e sviluppando progetti sempre più importanti. Stiamo offrendo prodotti che prima non esistevano, o quantomeno non raggiungevano questo livello di qualità. Basti pensare che il round di investimenti che abbiamo concluso (18 milioni) è il più importante per quanto riguarda il settore agritech europeo. Questo ci conferma che ciò che stiamo facendo è al di fuori dell’ordinario.

E invece, un aspetto particolarmente sfidante?

La sfida più grande per me è la gestione delle persone, un aspetto su cui stiamo cercando di lavorare tutti, specialmente a livello manageriale.  

Esempi di prodotti su cui sta lavorando il team Agronomic Product?

Proprio in questo momento stiamo testando dei dispositivi da installare su trattori o altri mezzi mobili con l’obiettivo di aumentare l’efficienza dell’applicazione di prodotti fitosanitari. L’obiettivo è che i trattamenti che effettuano gli agricoltori siano eseguiti nel rispetto del fabbisogno della pianta. Se c’è uno spazio vuoto nella parete fogliare, l’atomizzatore non distribuisce il prodotto, con vantaggi sia dal punto di vista ambientale che economico, in quanto si riducono gli sprechi.  

Un altro progetto che sto seguendo riguarda un sistema di polizze assicurative parametriche basate sui dati meteo, che eliminerebbe parte della lentezza burocratica e aiuterebbe a far fronte alle esigenze degli agricoltori in tempi ragionevoli.

Cosa vedi nel tuo futuro? E nel futuro di xFarm?

Dal punto di vista aziendale, mi auguro che xFarm Technologies possa arrivare ad essere leader del mondo agritech nel giro di pochi anni, anche attraverso partnership e, perché no, ulteriori acquisizioni. Professionalmente, vorrei riuscire a concretizzare e portare in campo e sul mercato i prodotti su cui stiamo lavorando. Personalmente invece, punto a riuscire a gestire al meglio un team sempre più grande.

Articoli correlati