14/2/2023

Camilla, da Agronoma a Responsabile di prodotto

Riccardo De Nadai
Communication Manager

Una vita in start-up, la passione per l’agri-tech, e un Cattle Dog di nome Nanga

Camilla, di cosa ti occupi in xFarm?

Sono Responsabile di prodotto, a metà strada tra sales e IT. Sono a capo del team Prodotto, con il quale mi occupo di tradurre le esigenze del mercato in un requisito tecnico che porti allo sviluppo di una nuova funzione o tecnologia all’interno della piattaforma. L’input può arrivare da agricoltori, filiere, aziende produttrici di macchine agricole o da altre realtà connesse al settore agroalimentare.

La priorità numero uno del mio lavoro è tenere la roadmap di evoluzione del prodotto sempre aggiornata rispetto al mercato, ai competitor, e fare in modo che vengano rispettate le deadline di business concordate con i clienti. Inoltre, ci assicuriamo di essere sempre al passo con le ultime innovazioni e monitoriamo nuove tecnologie che vogliamo introdurre e proporre all’interno della nostra piattaforma.

Come si diventa Responsabile di prodotto?

In Italia non c’è un vero e proprio percorso per arrivare a ricoprire la mia posizione: io ho studiato agraria, mi sono specializzata in produzione e protezione delle colture, e sono agronoma. Dopo la laurea e l’esame di stato ho trascorso un periodo di Brasile per fare volontariato, ed al mio rientro con alcuni ragazzi del Politecnico di Milano ho fondato Wapi, una startup che mirava a creare un quaderno di campagna digitale. Abbiamo fatto un percorso di pre-accelerazione alla Bocconi con B4I (Bocconi for innovation) e poi presso il Luiss Hub. Dopo poco più di un anno, Wapi è stata acquisita da xFarm e sono quindi entrata in xFarm come digital product manager.

Una vita in start-up… Com’è stato passare da co-founder di una start-up a membro di una scale-up?

Esatto… Ho lavorato solo in start-up nella mia vita. Inoltre, faccio parte della generazione che ha iniziato a lavorare poco prima o durante il covid. Di conseguenza, non riesco ad immaginare un ambiente che non sia smart, agile, dinamico, con processi veloci, e poca burocrazia, dove spesso i colleghi mi accompagnano anche al di fuori della vita lavorativa.

Credo fortemente nell’innovazione in agricoltura, e ho quindi continuato a comportarmi come se il progetto fosse il mio. Continuo ad avere grande libertà di esprimermi e di condividere la mia visione con il team, cosa che per me è fondamentale.

Come ti sei adattata al nuovo ambiente di lavoro?

Sono stata entusiasta dal primo momento in cui sono arrivata, il che mi ha dato indipendenza ma anche grande responsabilità, sin dal primo istante. Appena arrivata, Matteo (Matteo Vanotti, CEO di xFarm Technologies) mi ha detto: “Camilla, c’è un bug in Irrigazione. Risolvilo per favore”. Essendo appena arrivata, non avevo alcuna idea di cosa fosse il modulo Irrigazione. Chiedendo informazioni a chiunque e anche con l’aiuto di Daniele, alla fine sono riuscita a risolvere il problema.

In generale, capita di fare smart working, ma prediligo andare in ufficio: mi piace interagire e comunicare con le persone face to face. La giornata, è un susseguirsi di call, ideazione, progettazione e discussioni con il team. Talvolta può capitare di visitare clienti in azienda, ma non così di frequente come capita al team Commerciale. In pausa pranzo, faccio sempre una passeggiata al parco con Nanga.

Ma quindi il tuo cane viene al lavoro con te?

Sì! Un giorno, Matteo, vedendomi qui a fine giornata, mi ha chiesto: “E il cane?”. Il cane era a casa (per una fortunata coincidenza, vivo proprio di fronte all’ufficio). E allora lui: “Ma scusa, perché non lo porti qui?”.  

Da quel giorno Nanga viene tutti i giorni in ufficio con me. Ha la sua postazione, i suoi biglietti da visita, è su Slack. Passa la sua giornata tra pisolini, coccole e biscotti e tiene alto il morale a tutti.  

Qual è la parte che apprezzi di più del tuo lavoro?  

La possibilità di essere parte attiva nell’evoluzione del prodotto. Raccogliere i feedback dal mercato, portare questi requisiti al team tech e analizzare le nuove tecnologie disponibili, così da avere un prodotto competitivo, rendono il mio lavoro dinamico e sempre pieno di nuovi stimoli. Al contempo, mi rende molto orgogliosa sapere che tutti questi sforzi aiuteranno decine di migliaia di agricoltori ad essere più efficienti e sostenibili nel proprio lavoro quotidiano.

E invece, un aspetto particolarmente sfidante?

C’è anche da dire che essendo donna, 28enne, a capo di un team nel settore AgTech, può capitare di sentirmi una mosca bianca. Questo è un settore in cui sfortunatamente ci sono pochissime donne, ma che in realtà presenta molte opportunità di crescita. Quando sono entrata in xFarm ero la seconda, oggi siamo in otto.

Temo di ricoprire un ruolo in cui poche donne pensano di potersi rispecchiare. In realtà credo che xFarm Technologies sia un posto inclusivo in cui chiunque possa esprimere il proprio potenziale. Da due mesi abbiamo un’altra donna nel team prodotto, il che mi rende molto felice.

Il momento più “pazzo” da quando hai iniziato a lavorare in xFarm?

Ho trascorso diverse serate divertentissime con Nicolò (Nicolò Barbano, Head of Marketing), organizzando cacce al tesoro e indovinelli per i nostri colleghi: infatti io e Nicolò facciamo parte del team xDays – i giorni di retreat che ogni 6 mesi xFarm offre a tutti i collaboratori; dunque organizziamo la quasi totalità delle attività di quelle giornate. Quest’anno, poco prima di Natale, eravamo a Barcellona, dove abbiamo organizzato varie attività di logica e creatività per il team building. E poi anche quando siamo andati ad EIMA, abbiamo affittato uno spazio dove abbiamo alloggiato tutti assieme e abbiamo organizzato una bellissima festa tra colleghi, coinvolgendo anche alcuni influencers.

E il luogo più strano da cui hai lavorato?

Tre mesi fa, ho aperto Slack (la nostra chat aziendale) a Machu Picchu. Nella stessa occasione, credo di aver settato il record di utente a maggior altitudine.

Cosa vedi nel tuo futuro professionale?

Mi piacerebbe che xFarm diventasse una realtà ancora più affermata a livello internazionale. Vorrei continuare a crescere assieme al team e avere sempre maggiori responsabilità, così da avere un impatto ancora più grande sull’intera filiera agroalimentare.

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