22/11/2023

Agricoltura rigenerativa per la filiera di leguminose: al via il progetto sperimentale di Andriani con il supporto di xFarm Technologies

Valentina Dalla Villa
Communication & Event Specialist

Sono ben 100 gli ettari di terreni a far parte della prima sperimentazione di agricoltura rigenerativa applicata a un’intera filiera in Italia. L’obiettivo è quello di promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse, migliorare la salute del suolo e preservare la diversità biologica, garantendo al contempo un aumento della produttività e della resilienza dei sistemi agricoli.

22 Novembre 2023 Andriani Spa, Società Benefit, e xFarm Technologies, la tech company che punta alla digitalizzazione del settore agroalimentare, da gennaio 2023 sono impegnate in un progetto di rinnovo tecnologico che dà oggi il via alla prima grande sperimentazione italiana di agricoltura rigenerativa applicata a una filiera di leguminose. Il progetto nasce con il coinvolgimento di realtà pilota dislocate tra Puglia e Basilicata, per un totale di circa 100 ettari coltivati, un numero destinato a crescere nel corso dei tre anni di collaborazione. La decisione del gruppo italiano Andriani di passare all’agricoltura rigenerativa è la naturale conseguenza della volontà di continuare a perseguire i propri obiettivi di sostenibilità ambientale lungo tutta la filiera.  

Nello specifico, il progetto riguarderà la filiera delle leguminose, note piante azoto-fissatrici che, grazie a questa caratteristica, possono contribuire alla riduzione dell’uso di fertilizzanti. L’obiettivo è quello di migliorare la sostenibilità delle produzioni, raccogliendo importanti dati agronomici attraverso le tecnologie di Agricoltura 4.0 implementate da xFarm Technologies. Grazie al supporto tecnico di dss+, le informazioni raccolte saranno usate per creare un protocollo validato di agricoltura rigenerativa, uno dei primi in Italia, da estendere a tutta la filiera di Andriani Spa.

Il monitoraggio dei terreni su cui verranno attuate pratiche di agricoltura rigenerativa su questo tipo di colture permetterà inoltre di valutare gli eventuali benefici, anche in un’ottica di inserimento all’interno di schemi di rotazioni colturali, ad esempio nel contesto delle filiere cerealicole.

Andriani ha presentato il progetto in occasione dell’appuntamento annuale di fine ottobre con gli agricoltori aderenti alla filiera, il cui scopo è consolidare il rapporto tra produttori di materie prime e addetti alla trasformazione in ottica di una collaborazione etica, virtuosa e di co-evoluzione, durante il quale sono anche stati esposti gli ottimi risultati raggiunti nel corso dell’annata 2022/2023.  

“L’agroindustria rappresenta oggi il 31,8% del PIL nazionale e, allo stesso tempo, rappresenta uno dei comparti maggiormente responsabili delle emissioni climalteranti in atmosfera. È dunque necessario ed urgente che le aziende si impegnino nel dar vita a radicate value chain tra gli

attori del comparto, guidate soprattutto da un’impronta morale, che abbia come fine ultimo lo stravolgimento dell’attuale paradigma industriale e che permetta di crescere e di essere all’avanguardia per affrontare le sfide attuali e future, nel rispetto dell’ambiente e delle comunità. In questa direzione, l’agricoltura rigenerativa rappresenta una pratica innovativa e virtuosa in grado di ripristinare la salute dei terreni, e dunque indispensabile per una gestione sostenibile del territorio” ha dichiarato Michele Andriani, Presidente e AD di Andriani S.p.A. Società Benefit.

“L’agricoltura rigenerativa rappresenta un nuovo approccio per garantire produzioni più sostenibili e aumentare la resilienza dell’intero settore agroalimentare. Combinando le competenze di dss+ in questo ambito con la piattaforma xFarm, che permette attraverso l’Intelligenza Artificiale di raccogliere e analizzare grandi quantitativi di dati, è possibile capire l’effettivo impatto, a livello di filiera, delle pratiche di agricoltura rigenerativa. In particolare, è possibile calcolare importanti parametri, per esempio l’efficacia in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, che le pratiche di agricoltura rigenerativa contribuiscono a sottrarre dall’atmosfera stoccandola nel suolo in forma di carbonio organico. Andriani con questo progetto dimostra ancora una volta la sua attenzione, ma anche la sua concretezza, nel migliorare la sostenibilità delle produzioni.” racconta Giovanni Causapruno, Global Head of B2B Agrifood business unit manager di xFarm Technologies.

Agricoltura rigenerativa: sostenibilità ambientale ed economica  

Andriani, da sempre impegnata nell’implementazione di modelli produttivi via via sempre più virtuosi, ha deciso di fare uno step ulteriore verso una produzione ancor più sostenibile. Proprio per questo, con l’obiettivo a lungo termine di preservare non solo la fertilità dei terreni, ma anche risorse preziose quali ad esempio quelle idriche, e di diminuire le proprie emissioni in campo, ha deciso di intraprendere questo nuovo percorso verso l’agricoltura rigenerativa.  

Quali sono dunque le pratiche che verranno messe in atto per salvaguardare queste risorse? Riduzione della lavorazione dei terreni e semina su sodo, mantenendo il suolo ricoperto da vegetazione o da altro materiale organico nei periodi di assenza della coltura, in modo da promuovere la diversità biologica e aumentare il contenuto di carbonio nel terreno, rotazione delle colture, e limitazione dell’uso di input agronomici quali fertilizzanti e prodotti fitosanitari, ma non solo.

Inoltre, con l’obiettivo di individuare pratiche facilmente replicabili, promuovendo il solo utilizzo del parco macchinari già in dotazione, i tecnici di xFarm Technologies hanno svolto un sopralluogo presso le realtà coinvolte nella fase pilota, individuando le pratiche di agricoltura rigenerativa già attuabili all’interno degli appezzamenti. Attraverso la piattaforma di xFarm Technologies le aziende agricole saranno poi chiamate a tracciare ogni operazione svolta all’interno dei vari lotti, anch’essi mappati. La tipologia di coltura, la rotazione, le fasce mellifere inserite e le cover crops impiegate, saranno altri elementi inseriti nella piattaforma. Infine, al termine della prima fase di test, il protocollo attuato subirà un’ulteriore revisione di perfezionamento, prima di essere applicato lungo tutta la filiera, per riuscire così a salvaguardare l’ambiente e operare una rigenerazione del suolo replicabile su una scala più ampia.

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